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Acciaierie d'Italia e Fincantieri: competenze per l'acciaio italiano

11/06/2021 

 

Questa partnership è una grande occasione per la città di Taranto e per tutto il nostro Paese: siamo pronti a dare un contributo concreto alla riconversione del ciclo integrale di Acciaierie d’Italia secondo tecnologie ecologicamente compatibili. Una transizione nella quale Fincantieri può dare un importante contributo”.

Andrea Donadon, Head of Industrial Efficiency all’interno della funzione Corporate Business Development di Fincantieri diretta da Laura Luigia Martini, approfondisce in questa intervista gli obiettivi della collaborazione tra due delle più grandi aziende italiane verso la completa decarbonizzazione. “Un percorso nel quale Fincantieri è molto impegnata: sono varie le tecnologie che, a diversi stadi di sperimentazione, sono presenti all’interno del gruppo per massimizzare l’impronta ecologica delle proprie attività. Mi riferisco alle fuel cell, le batterie, i motori a combustione interna e le turbine alimentate sia a gas naturale che a idrogeno”.

Nell’alveo dell’accordo firmato il 13 aprile 2021, in cui Fincantieri svolge il ruolo di general contractor e Paul Wurth Italia quello di fornitore tecnologico, “possiamo offrire la nostra esperienza nella gestione di commesse complesse, multidisciplinari e di elevato valore, che abbiamo maturato nella costruzione navale, che rappresenta da sempre il nostro core business”, sottolinea Donadon, che aggiunge: “Abbiamo dimostrato la nostra capacità di gestire progetti in ambiti diversi da quello navale - basti pensare alla recente commessa relativa al nuovo ponte San Giorgio di Genova”.

Sotto questo aspetto, la partecipazione di Fincantieri alla nuova era di Acciaierie d’Italia partirà dalla valutazione di fattibilità dei progetti, con particolare attenzione “ai costi, ai tempi e agli investimenti, nell’ottica dell’integrazione di tutte le attività di project management”.

Il ruolo centrale in questa partnership sarà naturalmente ricoperto dall’acciaio: “Tutto comincia dall’acciaio” continua Donadon “che è un componente fondamentale nella maggior parte dei prodotti e dei progetti industriali, anche in una nave. Quello a cui dobbiamo ambire oggi è la creazione di una catena del valore sostenibile di questo materiale. Producendo e selezionando l’acciaio in modo opportuno è possibile non solo ridurre l’impatto ambientale dei prodotti, ma anche incrementarne le prestazioni”.

Gli acciai ad alte prestazioni rappresentano infatti una delle direttrici di maggior interesse per Fincantieri per i propri progetti futuri: “L’acciaio altoresistenziale consente di ridurre gli spessori delle lamiere e quindi il peso dello scafo, abbassando di conseguenza i consumi energetici e le emissioni correlate”, approfondisce Donadon, “inoltre, l’utilizzo di tali acciai  consente di ottenere altri vantaggi lungo la catena produttiva: meno volumi ordinati, meno materiali soggetti a trasporto, minor spazio necessario per lo stoccaggio e minor tempo di lavorazione. Questa razionalizzazione delle risorse, associata alla digitalizzazione, è la strada maestra per ridurre l’impatto ambientale dei nostri cantieri”.

La collaborazione tra Fincantieri e Acciaierie d’Italia consentirà dunque “di indirizzare nel modo migliore l’utilizzo degli acciai ad alte prestazioni sia nel settore cantieristico che in quello delle infrastrutture”, mentre, dall’altra parte, “ci permetterà di garantire la competitività necessaria all’impianto di Taranto per il raggiungimento degli obiettivi, di business e di sostenibilità, che Acciaierie d’Italia si è posta per i prossimi anni”.

Un accordo che nasce per dare i propri frutti secondo un’ottica di sistema, finalizzata al consolidamento di una delle più importanti filiere dell’industria italiana, e reso possibile dalla presenza contemporanea di tre eccellenze come Fincantieri, Paul Wurth Italia e Acciaierie d’Italia: “La collaborazione tra questi grandi gruppi consentirà sicuramente di implementare  sinergie operative di valore e, ne siamo convinti,  costituirà un modello virtuoso per  la ripartenza del Paese”, conclude Donadon.

 

 

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