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Nuove tecnologie per la sostenibilità: il polimero Bluair® e la partnership tra Acciaierie d’Italia e Iren

16/10/2023 

 

L’impegno di Acciaierie d’Italia nell’innovazione dell’industria siderurgica, basata su tecnologia all’avanguardia e sostenibilità dei processi produttivi, si è recentemente arricchita di un nuovo elemento grazie all’accordo di partnership sottoscritto con Iren, tra le principali multiutility italiane.

L’accordo con Iren è stato firmato ad agosto 2023, ma le sperimentazioni sono iniziate già nel luglio del 2022” ci racconta Loris Pascucci, Direttore Investimenti Speciali di Acciaierie d’Italia, “basate sull’intuizione di sostituire parte del polverino di carbone utilizzato all’interno del ciclo produttivo dello stabilimento di Taranto con il polimero Bluair® brevettato da I.BLU - Gruppo Iren: una materia prima seconda realizzata riciclando  polimeri a base poliolefinica utilizzati comunemente nel packaging”.

I test di iniezione del polimero effettuati nel luglio 2022 sono stati svolti nell’Altoforno 4 di Taranto, in sostituzione parziale del fossile PCI. “L’esito di queste prove ha dato riscontri estremamente postivi, senza dar evidenza di emissione di inquinanti”, continua Pascucci, “mentre a livello tecnologico è emersa la necessità per Acciaierie d’Italia di realizzare un impianto di iniezione dedicato specificamente al polimero, che ha la funzione di agente riducente, non potendo essere iniettato in quello già esistente dedicato al fossile”.

Facendo riferimento ai fattori di emissione standard definiti dall’inventario della United Nations Framework Convention on Climate Change (UNFCCC), l’utilizzo del polimero Bluair® rappresenta un passo importante verso una produzione di acciaio a ridotto impatto di carbonio: iniettandolo nel ciclo produttivo in sostituzione del fossile PCI, in rapporto 1:1, Bluair® consente infatti una riduzione delle emissioni di CO2 di circa 1,04 tonnellate di CO2 per ogni tonnellata iniettata. “Ipotizziamo di avere una produzione dell’Altoforno 4 di circa 1,9 milioni di tonnellate di ghisa all’anno”, approfondisce Pascucci, “in questa situazione, si prevede di iniettare circa 60.000 tonnellate di polimero: una quantità che renderebbe possibile una riduzione della nostra carbon footprint pari a 60.000 tonnellate”.

Un progetto che si inserisce dunque in una cornice più ampia, a ulteriore rafforzamento della natura eminentemente circolare della produzione siderurgica: “grazie alle tecnologie proprietarie di I.BLU il polimero Bluair® è infatti ricavato riciclando residui di imballaggi difficili da smaltire attraverso tecniche tradizionali, e dunque solitamente destinati alla discarica o al recupero energetico. Attraverso il suo utilizzo nei nostri altiforni, con la funzione di agente riducente, Acciaierie d’Italia contribuirà a incrementare l’indice nazionale di riciclo in accordo con i target europei. Sempre in base ai dati dell’UNFCCC, si parla di circa 60.000 tonnellate di PLASMIX che altrimenti andrebbero in termovalorizzazione o nelle discariche poste sul territorio”.

Acciaierie d’Italia sarà pronta a mettere a regime l’utilizzo di Bluair® all’interno del ciclo produttivo dello stabilimento di Taranto entro la prima metà del 2025. Ma la partnership con Iren prevede anche una collaborazione proattiva per lo sviluppo di ulteriori iniziative di ricerca e sviluppo di nuove soluzioni industriali sostenibili in impianti esistenti o in via di sviluppo nei siti aziendali: “pensiamo ad esempio all’utilizzo di questo polimero nei forni ad arco elettrico, al riciclo degli scarti di lisciviazione dei filtri MEROS® installati nello stabilimento tramite agglomerazione con Bluair®”, anticipa Pascucci, “o ancora all’utilizzo del polimero all’interno del processo di cokefazione”.

Vi è poi un ultimo aspetto estremamente positivo legato all’introduzione del polimero nel processo produttivo di Acciaierie d’Italia, legato alla creazione di nuovi posti di lavoro green: “Siamo molto orgogliosi di essere promotori dell’utilizzo di questo polimero all’interno del ciclo siderurgico in Italia” sottolinea Pascucci, “anche perché avrà un impatto diretto sul territorio, dove prevediamo possano essere realizzati investimenti per il riciclo del plasmix da utilizzare nel nostro stabilimento e in altre realtà produttive locali, per lo sviluppo di simbiosi industriali finalizzate all’economia circolare e alla decarbonizzazione. Inoltre, la creazione dei nuovi impianti, degli equipaggiamenti e delle strutture necessarie alla loro costruzione sarà un importante volano anche per il territorio e per l’indotto, che potrà far valere ancora una volta la sua superiore competenza in questo settore”, conclude Pascucci.

 

 

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