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Lo sviluppo dell’eolico offshore galleggiante opportunità per l’acciaio di Taranto

15/09/2023 

 

L’edizione 2023 del Forum di Cernobbio si è caratterizzata per un attenzione particolare ai temi dell’energia, della sostenibilità e dell’economia del futuro.

In questo contesto è stata presentata la Floating Offshore Wind Community, progetto creato da The European House - Ambrosetti che vede in prima fila Acciaierie d’Italia in collaborazione con Fincantieri, Renantis e BlueFloat Energy. L’iniziativa ha l’obiettivo di evidenziare il contributo dell'eolico offshore galleggiante al processo di decarbonizzazione del Paese e le ricadute di questa tecnologia sull'economia italiana e le filiere locali. La produzione di acciaio sarà cruciale per lo sviluppo e la costruzione delle piattaforme galleggianti.

 

I partecipanti al panel di presentazione di Floating Offshore Wind Community a Cernobbio

 

In relazione alle aziende coinvolte, la produzione di eolico offshore galleggiante attiverebbe alcuni settori chiave per l’Italia, in particolare quello dei prodotti metallici, dei materiali da costruzione, della meccanica avanzata, delle naval-meccanica e delle attrezzature elettriche - per un totale di 255,6 miliardi di euro (2o Paese in UE dietro alla Germania) e 1,3 milioni di occupati.

Grazie alle caratteristiche morfologiche ed alla conformazione dei fondali marini – con i mari di Sicilia, Sardegna e Puglia considerati i più adatti - il nostro Paese ha un enorme potenziale per l’installazione di eolico offshore galleggiante: secondo le stime del Global Wind Energy Council, l’Italia è il 3 o potenziale mercato mondiale. Inoltre, secondo il Marine Offshore Renewable Energy Lab  e il Politecnico di Torino, il potenziale italiano è pari a 207,3 GW (x3,4 le FER installate nel 2022) in termini di potenza e 540,8 TWh/anno in termini di generazione.

Per sviluppare il potenziale serve avere una filiera di qualità e le aziende coinvolte sono sicuramente di alto livello.

Acciaierie d’Italia, ed in particolare lo stabilimento siderurgico di Taranto, partecipano a questo importante e strategico progetto di sviluppo delle piattaforme eoliche offshore galleggianti per una duplice ragione. In primis AdI è il produttore italiano qualificato e certificato di acciaio di qualità. Inoltre,  la nostra azienda è un grande consumatore di energia e per sostenere la transizione energetica dello stabilimento di Taranto verso una progressiva decarbonizzazione e indipendenza dai combustibili fossili punta ad aumentare l’utilizzo di energie verdi rinnovabili, creando un circolo virtuoso”, ha dichiarato Adolfo Buffo, Direttore Generale Qualità-Ricerca-Sviluppo e Sostenibilità di Acciaierie d'Italia che è intervenuto all’evento.

Da un punto di vista tecnologico, ai fini dello sviluppo e della costruzione delle piattaforme offshore galleggianti, sarà determinante il contributo dei componenti in acciaio strutturale che saranno prodotti e forniti dallo stabilimento di Taranto, che già produce lamiere per impianti eolici onshore e che ha già pianificato importanti investimenti tecnologici per il potenziamento delle linee di produzione nelle qualità e nelle dimensioni richieste dai protocolli dell’eolico offshore.

Lo stabilimento di Acciaierie d’Italia di Taranto in questi ultimi anni ha compiuto un notevole sforzo di sviluppo sostenibile, con un investimento di circa 2 miliardi di euro nelle migliori tecnologie presenti sul mercato, che hanno garantito un forte miglioramento della qualità dell’aria ed una drastica riduzione delle emissioni in aria, acqua e suolo”, ha aggiunto l’ingegner Buffo.

Il manager ha anche voluto rimarcare che “il sito di Taranto si può considerare un benchmark di riferimento in Europa per le emissioni e per la produzione di acciaio che rispetta l’ambiente. Ecco perché oggi intendiamo giocare un ruolo cruciale nella produzione di acciaio pulito e sostenibile, nel rispetto dell’ambiente e del territorio”.

E il territorio è un elemento molto importante per Acciaierie d’Italia.

L’azienda intende infatti coinvolgere in questo progetto anche le competenze tecniche delle imprese del proprio indotto industriale, che già operano, con competenze di primo ordine, anche nel settore delle infrastrutture portuali e della naval-meccanica. L’obiettivo è quello di favorire, nel tempo, lo sviluppo di una filiera industriale per la produzione di componenti per la tecnologia eolica marina.

 

 

 

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