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L’eolico offshore galleggiante e il futuro della siderurgia

15/02/2024 

 

Ksenia Balanda, Direttore Generale del partenariato Renantis-BlueFloat Energy per l’Italia, approfondisce la collaborazione con Acciaierie d’Italia, l’importanza della fornitura di acciaio green di alta qualità e i vantaggi dell’eolico offshore galleggiante per il settore siderurgico e il Paese.

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Se vogliamo che la decarbonizzazione dell’Italia abbia successo è necessario fare leva sul principio della neutralità tecnologica, sfruttando il contributo sinergico e complementare di tutte le tecnologie pulite disponibili”. Ksenia Balanda ha chiarissimo il percorso che l’Italia deve compiere per raggiungere i propri obiettivi di sostenibilità entro il 2030 e il 2050. Un percorso nel quale l’eolico offshore “avrà un ruolo chiave, contribuendo in maniera significativa all’autonomia e all’indipendenza energetica del Paese”.

In questa videointervista, Balanda ci spiega come la grande sfida della transizione energetica rappresenti un’opportunità unica anche per realtà industriali come Acciaierie d’Italia, che ha sottoscritto un memorandum of understanding con Renantis già nel 2019: “Taranto è un esempio della perfetta simbiosi industriale tra eolico offshore e acciaio”, continua Balanda. “Da una parte l’eolico offshore galleggiante è un business fatto di acciaio, tenendo conto del fatto  che ogni impianto necessita di 5.000 tonnellate di acciaio per essere costruito; dall’altro, questa tipologia di impianti può fornire l’energia rinnovabile necessaria per alimentare la produzione di acciaio decarbonizzato nello Stabilimento di Taranto”.

 

 

L’eolico offshore, e in particolare la tecnologia galleggiante, è la soluzione ideale per sostenere la transizione energetica italiana: “Il nostro Paese  ha tutte le carte in regola per attrarre cospicui investimenti su questa tecnologia; con i suoi oltre 8 mila chilometri di costa è anzi il candidato perfetto per soddisfare la crescente richiesta di energia rinnovabile”, afferma Balanda. “In questo contesto, è stato stimato per l’eolico offshore galleggiante  un potenziale di oltre 200 GW; non solo sarebbe posizionato più lontano dalla costa, ma garantirebbe un aumento del potenziale energetico dovuto al fatto che può essere installato in acque profonde e con venti più forti e con minori impatti sull’ambiente, sul fondale e sulla fauna marina”.

Renantis e BlueFloat Energy puntano a sviluppare nel corso dei prossimi anni 6 parchi eolici offshore galleggianti in Italia, con un investimento di 18 miliardi di euro per una capacità di 5.500 Megawatt: “L'obiettivo è ridurre di 11 milioni di tonnellate l'emissione di CO2 annua, creando oltre 20.000 posti di lavoro e valorizzando il contributo locale attraverso la supply chain. Progetti come Odra e Kailia in Puglia sono strategici per il 2024, con un focus su sviluppo sostenibile e integrazione comunitaria. Contiamo di ottenere la VIA (Valutazione di Impatto Ambientale) per entrambi i progetti entro quest’anno e, nel frattempo, lavoreremo sugli altri quattro in programma tra Calabria e Sardegna”, sottolinea Ksenia Balanda.

Si attende un maggior sostegno anche dal punto di vista legislativo nazionale: “Mentre le potenze globali puntano con decisione su questa tecnologia, la bozza di aggiornamento del nostro Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC) prevede che solo il 2% dell’obiettivo di potenza rinnovabile elettrica installata al 2030 provenga da impianti eolici offshore (a fondo fisso e galleggianti). Crediamo invece”, precisa Balanda,che questa tecnologia richieda obiettivi più ambiziosi, che dovrebbero essere pari ad almeno 10 GW di potenza installata entro il 2030 e a 20 GW entro il 2050. Attendiamo ancora che vengano riconosciuti gli spazi marittimi ritenuti idonei alla realizzazione di impianti offshore. Infine, auspichiamo che venga pubblicata quanto prima la disciplina del Decreto FER2, al fine di dotare il Paese di un sistema incentivante che permetta uno sviluppo concorrenziale dell’eolico galleggiante”.

Questa tecnologia può inoltre costituire un grande vantaggio per l’intero sistema economico del Mezzogiorno, rafforzando il ruolo strategico del Porto di Taranto, che potrebbe diventare un hub cruciale per tutto il Mediterraneo, valorizzando l’intero territorio circostante. Come dichiara Balanda,i requisiti in termini di materie prime pesanti (cemento, acciaio, ecc.) potrebbero e dovrebbero essere idealmente soddisfatti dalla catena logistica locale, con un enorme potenziale di crescita infrastrutturale e industriale del sistema Paese, potenzialmente in grado di alleggerire, se non risolvere, situazioni di crisi industriale note da tempo, e di rappresentare un volano per l’occupazione e la crescita locali”. Perno di questo sviluppo saranno Acciaierie d’Italia e lo Stabilimento di Taranto, che possono contribuire in modo decisivo alla supply chain dell’eolico offshore con la produzione dell’acciaio necessario per gli impianti, le torri e le turbine.

La collaborazione tra grandi gruppi industriali è sotto questo aspetto centrale nella visione di Ksenia Balanda e di Renantis – BlueFloat: “A nostro avviso rappresenta un modello vincente e solo in questo modo l’Italia potrà affrontare e vincere le sfide della transizione e dell’indipendenza energetica in cui sarà coinvolto il Paese. Soprattutto in un’industria che muove i primi passi, la collaborazione lungo la catena del valore è essenziale per ridurre il costo unitario. Ognuno si dovrà focalizzare sulle aree di propria competenza, ma la cooperazione tra sviluppatori di progetti, contrattisti e fornitori di equipment è necessaria per individuare le aree di sviluppo richieste. Per questo sono convinta”, conclude Balanda, “che l’eolico in mare sia una grande opportunità di crescita e di creazione di posti di lavoro stabili per il sud, per Taranto e per Acciaierie d’Italia stessa”.

 

 

 

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