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Guidare l'unica acciaieria a ciclo integrale d'Italia: Intervista a Vincenzo Dimastromatteo, Direttore dello Stabilimento di Taranto

03/08/2023 

 

 

Uno Stabilimento a ciclo integrale come quello di Taranto è paragonabile a un’orchestra, e ogni impianto a uno strumento: Ci sono molti impianti molto diversi tra loro, ciascuno dei quali richiede competenze e professionalità specifiche.

Se uno strumento va male tutta l'orchestra va male. Qui, in uno Stabilimento come questo, il contesto è identico. Devono esserci eccellenze in tutti gli ambiti: basta un passaggio fuori fase e il prodotto non viene fuori. Il ruolo del direttore, in entrambi i casi, si somiglia molto: il suo compito è fare in modo che tutti gli strumenti suonino accordati tra di loro e che producano la sinfonia corretta. Nel nostro caso, un prodotto che risponda alle esigenze di qualità, versatilità e performance dei nostri clienti”.

 

 

In questa intervista, Vincenzo Dimastromatteo ci accompagna alla scoperta del ruolo di Direttore di uno Stabilimento siderurgico a ciclo integrale, il punto di arrivo della propria storia all’interno del Gruppo: “Io nasco altofornista di formazione e proprio nell’altoforno ho passato la prima parte della mia carriera in questo Stabilimento. Anche per questa ragione, paragono l’altoforno a un violino, al primo violino intorno al quale si accordano tutti gli altri elementi dell’orchestra”.

Oggi, il ruolo di Direttore dello Stabilimento di Taranto implica governare due grandi trasformazioni che stanno interessando l’azienda. “In primo luogo c’è una trasformazione tecnologica: tutti i nostri impianti stanno attraversando una fase di grande ammodernamento, sia sia dal punto di vista produttivo che da quello del necessario rispetto dei limiti ambientali. E proprio questa caratteristica ha un effetto diretto sulla seconda trasformazione, quella dell’approccio delle nostre persone al proprio lavoro dentro lo Stabilimento. La nostra azienda oggi dispone di professionisti capaci di coniugare, in ogni impianto della nostra acciaieria, aspetto produttivo, rispetto ambientale e attenzione alla sicurezza”.

Acciaierie d’Italia si è poi dotata di strutture capaci di rafforzare queste componenti e guidare l’azienda ad altre trasformazioni, guidate dallo sviluppo tecnologico e dall’affermarsi di nuove fonti energetiche: “Il nostro Centro Ricerca e Sviluppo e la Scuola di Formazione ci permettono di legare il presente di questo Stabilimento con il suo futuro. Grazie ai legami sempre più stretti con scuole, Università e Istituti Tecnici Superiori stiamo contribuendo a formare le nuove generazioni di tecnici che verranno a raccogliere il nostro testimone nel corso dei prossimi anni”.

Uno degli obiettivi di Vincenzo Dimastromatteo è di far conoscere a un pubblico sempre più ampio cosa avviene all’interno dello Stabilimento: “Il nostro è un tipo di industria che si sta trasformando ma resta ancora fortemente artigianale: è difficile trovare fuori da qui le competenze che ci servono. È un settore con il proprio gergo e le proprie tecniche, difficilmente esportabili in altri settori industriali. Quello che dobbiamo fare è semplificarlo, come fanno all’estero dove esistono Facoltà universitarie dedicate esclusivamente alla siderurgia. Uno dei miei compiti è far capire quanto questa industria e queste attività siano vicine al quotidiano di moltissime persone del nostro Paese”.

 

 

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